sabato 31 maggio 2008

albe, compagni e musei

E anche stanotte ho visto l'alba. In questi giorni mi capita molto spesso. È giusto così e non mi lamento anche se ne piene le scatole di quella maledetta consegna, è pur sempre un lavoro gratificante e divertente.

Da sabato scorso sto lavorando per un laboratorio insieme ad Ippei e altri due giovincelli - uno di 20 anni, l'altro di 21 - dagli occhi a mandorla. Dopo una settimana di lavoro non ricordo ancora i loro nomi, forse perché il mio tutor - che sempre meno tutor è - me li ha scritti in kanji, ergo non mi segnificano una beata. Per farne una sintetica descrizione sono due sfigati, però hanno entusiasmo da vendere e il gap linguistico non frena la loro creatività. Sono partito alquanto scettico, ma ora son certo che faremo un ottimo lavoro.

A proposito del lavoro dico solo che dobbiamo inventarci si sana pianta un museo - parola che si pronuncia qualcosa come miusgium - e farne l'intera immagine, ovviamente. Di tante idee strampalate che sono uscite dal brainstorming, ne abbiamo appena presentate tre. a) il Broken Museum, b) il Blank Museum, e in fine il c) Namae Museum dove per il giapponese namae s'intende "dei nomi". Ovviamente ad Hara la seconda idea ha fatto suonare più d'un campanello in testa, ma quello appena sente shiroi (bianco) pensa subito alla sua emptiness, quindi non fa testo. Il prossimo e decisivo incontro sarà lunedì, quindi vi lancio un micro-sondaggio per sapere quali vi ispira maggiormente, ammettendo che sarei il primo che non andrebbe a vederne nessuno dei tre.

2 commenti:

alwayslafatina ha detto...

beh, il blank museum è facile da fare... lo tinteggi tutto di bianco e non ci metti dentro nulla!
Tipo casa nostra ora! :P

Anonimo ha detto...

il broken museum avrebbe un suo perchè... fate un museo normale e poi vi impegnate a distruggerlo con stile...