mercoledì 21 maggio 2008

tai fun, tipografia e tesori

Scusate l'assenza di un giorno, non vi lamentate subito e abbiate un minuto di pietà!

Mi presento a lezione dopo una notte di intensa pioggia. Mi copro pensando che la pioggerella abbia spazzato via la temperatura primaverile, ma me ne pento subito: caldo torrido e umidità tropicale. La prima cosa che Ippei mi chiede è se questa mattina è andato tutto bene e se ho avuto problemi. Perché?! ...semplice: mentre dormivo beato nella mia cameretta, qualcuno ha pensato di chiamare l'acqua che scendeva dal cielo col suo giusto nome: tai fun (tifone!). Ora posso spuntare un'altra casella delle cose da provare in Giappone.

Arrivando a cose più serie, ieri ho finalmente conosciuto il temibile Bando sensei. Decisamente intimorito dai racconti del terrore di Shiruvia, mi aspettavo un professorone in età, stempiato e bianco di quei pochi capelli che fan la resistenza, occhiali spessi e montatura pesante. Niente di tutto questo, o almeno non come nella mia immaginazione. Bando sensei si presenta come un uomo sui 40-50 anni, faccia tonda e sguardo severo, piccoli occhiali leggeri, capelli corvini molto corti, ma soprattutto mezzo sopracciglio bianco. Solo mezzo. Il resto è nero. Avete presente quelle cose che noti e non puoi far a meno di fissare appena puoi? Esattamente così!

Lezione del giorno: la grafica svizzera - e ditemi vuoi se devo fare migliaia di chilometri per darci un'occhiata, quando potevo metterci un'ora di macchina -. Ci divide in piccoli gruppi e ci porta in un'auletta dove ci mostra dei cimeli d'annata firmati Helvetia: qualche numero di Spirale degli anni 50, in piena enfasi da griglie rigide e quadrati ovunque. Bellezza di questi tesori a parte, la cosa più divertente era l'assistente di Bando. Interamente vestito di nero, occhi torvi e guanti di stoffa bianca per maneggiare le riviste. Questo personaggio si è laureato l'anno scorso - e potrebbe facilmente essere più giovane di me - per poi diventare assistente di tipografia, perché, a detta di molti, ne sa una cifra! Solo che sembra un cow-boy dark, e non mi stupirebbe se venisse in università con uo stallone nero che sputa fuoco! Rimasti solo in pochi a far sfogliare - con incredibile lentezza e maestria - le pagine quadrate di cinquant'anni fa, il cow-boy san si scopre molto gentile e disponibile a parlarmi in inglese. Purtroppo per me deve aver studiato tedesco, e la sua pronuncia è probabilmente una delle peggiori d'Asia. Io sorrido e annuisco, come sempre.

2 commenti:

b. ha detto...

Devi chiamare Trapattoni. Fidati!

Se non ti fidi guarda qui:
http://it.youtube.com/watch?v=cNZIbH6H2Xw

alwayslafatina ha detto...

Cioè cioè... trovi un povero cristo che ti parla in una lingua comprensibile... e ti metti pure a fare il fine?