martedì 13 maggio 2008

teso, tesi e lavoro

Giornata cruciale quella di lunedì, visto che in ballo c'è il mio progetto di laurea. A rendermi teso c'è la burocrazia del Politecnico, e la possibilità di aver trovato una breccia nelle maglie dei crediti accademici. Mi spiego meglio: per "fare la tesi all'estero" è necessario superare diversi ostacoli come la ricerca di un relatore in Italia, un correlatore nel paese ospite, una corrispondenza tra i due professori affinché i due seguano il laureando in maniera univoca e non contraddittoria.

Ora, facendo il corso per il master di Visual Communication con Hara sensei posso presentargli un progetto a mia scelta al quale voglio lavorare, esattamente come per una tesi in Italia. L'unica differenza - a mio vantaggio - è che questo corso va a coprire anche dei crediti CFU per un esame che non sostengo a casa. Insomma, due piccioni con una fava. Questo mi permette di risolvere in un colpo solo tutte le condizioni dettate dal Poli - o almeno lo spero fortemente, incrocio le dita - ed evita a Paolo, ehm... al mio Prof. Casati, di tenersi in contatto con Hara. Contento io contenti tutti.

Le premesse burocratiche erano queste. Lunedì mattina mando quindi una mail a Paolo - fanculo la formalità! - dove spiego la situazione e un'idea che mi ronza in testa: progettare un atlante (non convenzionale, ovviamente!) di una zona di Tokyo che comunica tantissimo, a differenza dell'area di Milano presa in esame per il laboratorio del primo semestre. L'idea è ancora molto nebulosa, ma se ci pensate non potevo fare altrimenti; sarebbe stato un peccato non approfittare di una metropoli come questa, di due professori come questi, e del tema preso in esame qualche mese fa, non credete?

Vado a colloquio con Hara e trova la mia idea molto bella e decide di appoggiarmi con interesse, e quando gli spiego che se un occidentale si trova a Tokyo è facile che si perda, lui commenta scherzosamente così: "Infatti ce lo chiediamo spesso come c#§§° fate a non capire dove andare con le nostre segnalazioni!". La mia risposta è un sorriso obbligato, mentre mi diverto ad immaginarmi Hara perso nel Kasbah di Istanbul.

Torno raggiante dall'incontro e trovo una mail incoraggiante di Paolo:
cavi 1 - tesi 0

Passata l'euforia mi tocca comunque mettermi a lavorare, altrimenti qui i soldi per restare qui a fare una tesi finiscono subito. Sigh!

2 commenti:

cavi ha detto...

L'immagine è presa dal blog di Gabri, grazie! Ammetto che l'ho trovata per caso cercando "metropolitana tokyo", ma google mi ha suggerito il tuo indirizzo. Non ho potuto non prenderla.

Anonimo ha detto...

come siete bravi voi al politecnico! quando io ho fatto la tesi all'estero, credo che il mio relatore italiano e la mia correlatrice finica non si siano mai neanche parlati...
vale