domenica 11 maggio 2008

compiti, lezione e pasta

Frequentando i corsi di Visual Communiation tenuti da Hara sensei - uno il sabato, l'altro il lunedì - e avendo avuto solo una lezione per ognuno due, non ricordo ancora in che giorno è quello per il master - d'ora in poi MA - e quando quello per il triennio - BA -. Fatta questa premessa, alla fine dell'ultima nonché prima lezione del corso BA, Hara sensei ha dato dei compiti da fare. Cosa molto semplice e veloce, ma pur sempre facenda.
Passano le vacanze e le settimane e il mio "foglio" è ancora #ffffff (bianco!), segue sulla stessa scia anche la mia mente. All'alba di venerdì sera, di ritorno da badminton, trovo un messaggio in segreteria da Ippei, il quale gentilmente si informa: "Hai fatto i compiti per domani?". Mer*a, credevo che fossero per lunedì! Già pensavo a quale scusa appigliarmi, ma non voglio fare figure da cioccolataio e mi metto al lavoro. Nell'arco di un'oretta della mattina di ieri riesco a fare la mia presentazione, che dovrò esporre in classe poche ore dopo.

Già, in classe... Appena arrivato consegno il mio bel PDF all'assistente, che gli dà subito un'occhiata inquisitoria - sapete, quando si ha la coscienza sporca tutti sembrano guardarti male! - ma la cosa sembra rispettare tutte le regole imposte. Mi siedo di fianco ad Ippei e cominciamo a chiacchierare, interrotti solo da un ragazzo più giovane - di cui dovrei ricordare il nome! - che mi tratta come un vip e mi vuol mostrare a tutti i costi il suo portfolio... e vabbè, guardiamo pure questo!
Hara arriva in ritardo e sembra appena risorto da un lungo sonno, in cui ricapita appena si spengono le luci per il proiettore. A turno, come da costume, si va alla lavagna e si illustra il proprio progetto in un tempo che può - leggi deve - variare dai 3 ai 5 minuti. Aspetto sonnolente il mio turno - ultimo di oltre cinquanta - e dico la mia ad un pubblico poco anglofono, per esser poi tradotto da un laconico riassunto di Hara. Nuova consegna e tutti a casa.

Tra un lavoro e l'altro arriva la sera, e non potendo tirare il bidone a Davide e ai suoi ospiti, mi aggrego per la cena. Piatto esotico da servire in tavola: pasta al pomodoro. Davide al fornello - ce n'è praticamente solo uno! - e io che aiuto nella logistica di preparare 800 grammi di pasta in una pentola grande come un barattolo. Le porzioni per quattro persone sono abbastanza abbondanti, tanto che Kotaro decide di morire poco prima della fine del suo piatto... Ad ogni modo, per aver preparato tutto con ingredienti giapponesi, il risultato non è affatto male. Giunti al momento karaoke saluto la compagnia e torno alla "sudata tastiera*".


* Giacomino, scusami!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Dalle ultime due righe non si capiscese sei in Giappo per completare gli studi o comporre una partitura musicale! Bacitos.....
Navy

cavi ha detto...

La tastiera era del computer... non di un pianoforte! Stiamo comunque progettando di diventare degli idol cantando per le strade di Shibuya.