mercoledì 14 maggio 2008

progetti strani, Taiwan ed etica

Scusate per la pubblicazione di due post in un giorno solo.

Dalla lezione molto "intima" - quattro persone intorno ad un tavolo di un'aula svacco, la 10-407 - ho altri aneddoti interessanti da raccontare. A far due chiacchiere con Hara c'erano anche due ragazze: una giapponese con più gengive che denti - d'ora in avanti detta cavallo - e una tipa di Taiwan con al collo una catenina d'ora con scritto il nome Doris, nome poco cinese ma utile per identificarla.

Da quel che ho capito il cavallo è una sorta di programmatrice - proprio come voi, Libo e Flavio - con la sola differenza che fa dei lavori assurdi. Anzitutto appena arriva Hara sensei, prende dalla sua borsetta un sacchetto pieno zeppo di ogni tipo di bottone e li rovescia sul tavolo. Per bottoni non intendo quelli con le asole, ma proprio i tastini che si schiacciano e le levette che si alzano/abbassano. Ce ne saranno stati almeno un centinaio tutti diversi, tutti presi ad Akihabara. Questi bottini gli servono per testare il tipo di interazione ha l'uomo con il codice che ha scritto, e sarebbe tutto bellissimo se il programma che fatto non fosse a dir poco incredibile nella su accezione negativa.

Ad esempio ha costruito, partendo da zero, un joystick con una levetta da videogioco con il quale è possibile muovere un capezzolo esattamente come se fosse "a portata di mano". Sbigottimento nei miei occhi, non perché non riesca a trovarne delle nobili finalità o utilizzi bionici, ma perché non capisco dove voglia andare a parare con quel tipo di progetto. Hara nel frattempo si stava divertendo come un bambino... comincio a nutrire seri dubbi pure su di lui.
Un altro progettino che il cavallo ci mostra riguarda un sedere che esplica le sue funzioni corporali. Mi spiego meglio: tenendo premuto il bottone del mouse il sedere caga. Più si tiene premuto il bottone, più lo stronzo si allunga. Scusate il francesismo, ma evito giri inutili di parole. Hara era piegato dalle risate, io volevo piangere.

Doris invece sta portando avanti un progetto abbastanza simile alla mia idea di tesi sul lago Sun Moon di Taiwan, grazie al quale mi sono aggiudicato un serio invito nella sua madrepatria per lavorarci insieme. Ora da spiegare è una cosa un po' lunga, ma la questione è che ci si è messi a discutere sull'utilizzo etico di tale progetto. Affascinante vedere come certe questioni ci tocchino da vicino senza che molti nemmeno se ne rendano conto.

Una nota interessante viene dal fatto che Doris ha parlato per almeno quaranta minuti in giapponese fitto fitto senza che io avessi la minima traduzione: la cosa non mi comunque impedito di intenderne il senso generale. Starò imparando il giapponese senza che me ne renda conto?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non riesco a immaginare il Prof e te, che ridete davanti alla realizzazione di un improbabile progetto (avrei tanto voluto godermi la scenetta e vederti piangere dal ridere!)
Navy

cavi ha detto...

Mi son spiegato male. Io non volevo piangere dal divertimento, ma dalla disperazione per aver capito finalmente in che gabbia di matti son capitato.

b. ha detto...

...giapponesi...

alwayslafatina ha detto...

Però anche tu... un popolo che è conosciuto a tutto il mondo per Mai dire Banzai... e ti stupisci della reazione di Hara-sensei?