giovedì 10 aprile 2008

pony, camera e figure di m**da

Mattina passata in casa al computer quando suonano alla porta e mi trovo di fronte un omino delle consegne con in mano una scatola gigante da consegnare! Già immaginavo chissà che regalo enorme da qualche fan sconosciuta, quando sto tizio attacca a parlare con ideogrammi strani e incomprensibili. Dopo due ore di discorso - mentre lo scrutavo con occhi più che interrogativi - si ferma aspettandosi, credo, una conferma (il tono è uguale in tutto il mondo, prima che qualcuno mi chieda come ho fatto a capirlo!). Di tutta risposta mi esce il mio più grande errore della giornata: gli rispondo in giapponese con un bel "wakarimasen", non capisco. Confortato dalla lingua appena parlata, il pony riattacca a parlare indicandomi l'indirizzo sulla bolla d'accompagnamento. Ora: se ti dico che non capisco, non ti sto dicendo che non appoggio il tuo pensiero critico sull'ultima haiku di Bashō! Guardami: sono biondo, alto il doppio di te e non sono giallo! Cosa credi che ti stia dicendo?! Preso dallo sconforto - e dai calci con cui lo cacciavo fuori - il pony se ne va.
Chiudo la porta e mi rimetto al lavoro. Passano altre due ore, e suonano ancora alla porta. Un'altro pony!!! Non ho aperto.

Nel pomeriggio approfitto del tempo per andare a Tachikawa a comprare una piccola macchina digitale e riesco anche a sbrigarmela in fretta: l'unicoo problema sorge quando l'accendo e trovo tutto in giapponese. Panico! Poi, non so in che modo, riesco anche a mettere l'inglese e la mia crisi di pianto cessa all'istante.

In serata arriva il clou: di ritorno dal ristorante percorriamo una stradina che costeggia il cimitero scintoista (in termini scenografici è la cosa meno spaventosa del giappone!) quando Alicia e Davide scattano in bici superandomi velocemente. È subito chiaro che non posso mancare alla gara che assegnerà il premio "Il Più Veloce a Tornare a Casa": la loro fuga è davvero prorompente, da dietro riesco a seguirli con l'impressione di guardare dal vivo Coppi e Bartali, il loro vantaggio si va sempre aumentando, mi alzo presto sui pedali per non farli scappare e... CRASH! La catena della maledetta graziella mi abbandona sul più bello, facendomi fare un volo che ha delle conseguenza devastanti sul mio morale di ciclista mancato. Un primo referto suggerisce solo dei pantaloni stracciati sul ginocchio (ora molto cool!) e nulla più. Mi alzo dall'asfalto con gli altri due preoccupati. Sorrido. Riparo la bici. Arrivato a casa volevo tanto essere a Milano.

4 commenti:

b. ha detto...

Ma no! Come hai rifiutato il pony!? Ti avevamo mandato una riserva di pasta, merendine e nutella per rispondere al tuo appello sul cibo! Eh eh eh! Scherzi a parte, e se il pacco fosse davvero per te?

cavi ha detto...

Bhe, però potevate dirmelo che mi mandavate dei viveri! Li avrei accolti a braccia aperte, invece di prendere a calci il pony (che se n'è andato nitrendo!)... scusate la pessima battuta, sono già stato bravo a trattenermi nel post. XP

alwayslafatina ha detto...

Voglia di essere a Milano eh... ti ricordo che qui sei riuscito a sforbiciare sotto la pioggia, su un tappeto di foglie scivolose, e ti sei rotto un braccio...

Ringraziami per non commentare la tua battuta sul pony.... ringrazia di essere in giappone... e spera che io me ne dimentichi in questi mesi... altrimenti nel tuo party di "ben tornato" ti organizzo un caricone per il tuo umorismo.

PB ha detto...

Col tempo imparerai ad andare in bici tenendo l'ombrello aperto per ripararti..ah bei tempi quelli..