domenica 20 aprile 2008

videogame, karaoke e "the roof"

Il progetto per sabato sera è di andare a Tokyo, chissenefrega della pioggia e delle ore di treno. Sta di fatto che piove talmente tanto che sembra impossibile fare due metri in bici - figuriamoci arrivare alla stazione - per cui la nostra meta diventa la più abbordabile kokubunji.

Ora di cena e tanta fame, resta solo da decidere a quale neon dar retta per mettere sotto i denti qualcosa; vista la fame da lupi addocchiamo un localino tipico che tiene un cane giapponese fuori a fare da acchiappa-clienti, apprezziamo la manovra di marketing ed entriamo. I signori sono molto gentili e sembra quasi impossibile credere di riuscire a leggere il menù (attenzione: non ho detto "capire"). Si mangia tanto e si spende poco, inoltre il tizio del locale mi spiega cosa dovrei fare con la soba (una sorta di spaghetti molto grossi) che avevo ordinato.
Terminata la cena, con un giapponese accennato ma efficace chiediamo alla loro disponibilità di spiegarci dov'è un locale chiamato "the roof". Inizia un simpatico e irritante siparietto con tre cretini (noi) che ripetono Roof, Roof, Roof... e altri tre deficienti che non capiscono il nome ripetendo roof, roof, roof... Alla fine glielo scriviamo e in coro dicono "Aah! the Roof!", perchè si sà, la differenza tra una R ed una r a volte è fondamentale. Paghiamo, salutiamo e andiamo.

Siccome è ancora presto per andare in un locale ci fermiamo in sala giochi. Ora, come sono le sala giochi giapponesi meritano un capitolo a parte, accontentatevi di un breve accenno: in una parola adeguata e inflazionata sarebbero un "delirio", ma non capireste comunque in quale luogo alienante vi trovate. Una miriade di neon lampeggianti, musichette allegre, colori fluorescenti, rumori assordanti. Tutto in un unico posto. Un luogo di gioco e di scommesse tutto insieme, in cui si trovano i bambini a suonare finti tamburi e i giocatori incalliti attorno tavoli con finti cavalli che corrono davvero.
Non potendo astenermi dal provare l'ultimissimo Time Crisis 4 mi ci butto a capofitto, a volte con qualcuno che mi fa da spalla, e ci spendo quasi l'equivalente della cena. Soddisfatto mi allontano, sapendo che tornerò. Oooh se tornerò! Vado a recuperare Davide al suo tamburo e ci facciamo tirar dentro da Alicia in un karaoke lì di fianco.

Prenotiamo una stanzetta (spero) insonorizzata per un'ora; a nostra disposizione due microfoni , uno schermo gigante con dei video orrendi, un impianto dolby e analcolici gratis a volontà. Per gli alcolici si paga, ma davvero poco. Giusto il tempo di capire che non ho voce e che non so cantare che è tempo di levare gentilmente le tende, alias ci vengono a prelevare di forza e ci spingono alla cassa che stiamo ancora cantando a squarciagola.

Prossima tappa: the roof. Seguiamo le indicazioni e per esser sicuri chiediamo ancora, ma si ripete il carosello Roof-roof-Roof. Gli avrei tirato una sberla se non fosse stata una ragazza! Alla fine ci arriviamo e ne rimaniamo piacevolmente colpiti nonostante non sia un locale come ce lo aspettavamo: posticino tranquillo e intimo, pieno di quadri in vendita di giovani artisti. Pareti bianche e luci soffuse. Rimaniamo solo per poco, giusto il tempo di bere qualcosa, perchè chiudono presto. Era mezzanotte. Preso da fame chimica trascino tutti da McDonald's, che son mia somma soddisfazione è aperto 24 ore su 24. Sarò una fogna ma nessuno si esime dall'ordinare.

Inforchiamo le nostre biciclettine ringraziando che non piove, e dopo 20 minuti siamo a casa. 'Notte.

1 commento:

alwayslafatina ha detto...

Certo che se fai 5 mesi con violenza repressa (vedi Akane, vedi questa con roof) potrei quasi aver paura quando torni... basterà un niente e scatta la viuuulenza!